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venerdì 28 luglio 2017

Tunisia - Approvata legge contro violenza sulle donne. No matrimonio riparatore per stupratori di bambine

Globalist
È un voto che scrive la storia perché conferma l'impianto laico e riformista della carta costituzionale tunisina e lo rafforza. Dopo un iter parlamentare segnato da continui rinvii che avevano fatto temere un fallimento, il parlamento della Tunisia ha approvato all'unanimità con 146 voti a favore la legge organica contro la violenza e i maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere.


La norma prevede quarantatrè articoli, divisi in 5 capitoli: l'obiettivo è fornire misure efficaci per lottare contro ogni forma di violenza o sopruso basato sul genere. Il testo ha l'obiettivo di garantire alla donna il rispetto della dignità e assicurare l'uguaglianza tra i sessi, garantita dalla Costituzione, attraverso un approccio globale basato sulla prevenzione, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime.
La legge punta inoltre ad eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi anche sul lavoro. Tra le novità rilevanti, l'abrogazione dell'articolo 227 bis del codice penale che prevedeva una sorta di "perdono" per gli stupratori di una minorenne in caso di matrimonio 'riparatore' con la vittima. 

Il nuovo dettato legislativo prevede invece pene molto severe per gli stupratori senza più alcuna possibilità per loro di sfuggire alla legge. "La versione del testo votato in parlamento risponde alle attese delle donne e della società civile che si sono mobilitati per due decenni per l'ottenimento di questo risultato" ha dichiarato la deputata indipendente Bochra Bel Haj Hmida a votazione avvenuta. 

In un Paese con un tasso d’istruzione di circa il 70%, fra i più alti nell’ambito dei Paesi a maggioranza arabofona, le donne hanno livelli medi di scolarizzazione più elevati degli uomini: in particolare, il numero delle laureate è superiore a quello dei laureati. Esse, inoltre, costituiscono quasi la metà della forza-lavoro e partecipano attivamente alle istituzioni politiche.

La nuova Costituzione, approvata il 26 gennaio 2014, pur non esente da limiti e difetti -essendo il frutto di un compromesso tra laici e islamisti-, almeno proclama che le cittadine e i cittadini sono uguali davanti alla legge (art. 20); che lo Stato garantisce la rappresentatività delle donne nelle istituzioni elettive (art. 33); che ne tutela i diritti, le conquiste, la parità e l’uguaglianza di opportunità e che assume le misure necessarie per sradicare tutte le forme di violenza sessista (art. 45). Con l'attuale legge si rafforza il concetto di parità di genere.

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