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mercoledì 2 maggio 2018

Filippine, ucciso Padre Mark Ventura difensore della popolazione indigena. Il secondo in quattro mesi

La Repubblica
Aveva appena finito di benedire i bambini al termine della messa. Il killer ha fatto irruzione nella chiesa e lo ha ucciso colpendolo al petto e alla testa.Padre Mark Ventura è il secondo prete ucciso nel Paese in soli 4 mesi.
Padre Mark Ventura
Manila - Un altro sacerdote è stato ucciso nelle Filippine. Padre Mark Ventura è stato colpito da due proiettili, al petto e alla testa, mentre stava benedicendo i bambini durante la messa. Le foto del suo corpo riverso a terra in chiesa, ancora in veste talare, sono state postate sulla pagina Facebook della sua congregazione.

È successo a Gattaran, città della provincia di Cagayan, a 400 chilometri da Manila. Il killer ha fatto irruzione in chiesa con un casco in testa e dopo la sparatoria è scappato a bordo di una motocicletta con il suo complice. Il 37enne, prete da sette anni, era un attivista rispettato e amato per le sue battaglie a favore dei diritti della popolazione indigena e contro l’apertura delle miniere. È il secondo sacerdote colpito a morte in quattro mesi.

Lo scorso 4 dicembre, Marcelito Paez, 72 anni, prete in pensione e difensore dei diritti umani, è stato ucciso a Jaen, Nueva Ecija, dopo aver contribuito alla liberazione di un prigioniero politico. "Ognuno di noi può diventare una vittima di assassini e terroristi. Sosteniamoci con forza e denunciamo ogni forma di distruzione della vita umana. Giustizia per Padre Mark!", sono le parole su Facebook con cui è stato salutato dai suoi compagni di fede del Saint Thomas Aquinas Major Seminar, di cui era stato recentemente rettore. Nessun indizio sull’omicidio, come nel caso ancora aperto di Paez.

In un post di Facebook, Padre Fredel Agatep, un sacerdote della Basilica di Piat, sempre nella provincia di Cagayan, ha iniziato un movimento postando una foto nera con le parole: "Sono don Mark Ventura", esortando le persone a pubblicare la stessa foto sul loro profilo in segno di protesta contro le recenti uccisioni di sacerdoti e per manifestare la volontà di prendere una posizione decisa contro contro assassini e terroristi.

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