Pagine

sabato 17 febbraio 2018

Una nuova vita in Italia per Barwako e la sua famiglia, grazie ai corridoi umanitari dall'Etiopia

Redattore Sociale
La 12enne somala ha una malattia della pelle. Con la sua famiglia è stata minacciata dai miliziani di Al Shabaab e così è fuggita in Etiopia. Ora potrebbe esserci una speranza per curarla: è stata selezionata per il programma supportato dal governo italiano insieme a organizzazioni religiose
 Barwako, la prima bambina a sinistra, all'arrivo a Fiumicino dei corridoi umanitari sostenuto da governo italiano e gestito da Comunità di Sant’Egidio, Conferenza Episopale Italiana.
Bologna – Il suo sogno è continuare ad andare a scuola, per poter fare l’insegnante da grande. Lei si chiama Barwako, ha 12 anni ed è somala. Con la sua famiglia è fuggita in Etiopia per sottrarsi alle violenze dei miliziani di Al Shabaab. 

Barwako però ha una malattia della pelle e da quando è ad Addis Abeba non va a scuola: durante il viaggio la malattia è peggiorata e, anche se una volta arrivate nel Paese che le ha accolte, la situazione è sotto controllo, la bocca della bambina è rimasta danneggiata e lei ha paura di farsi vedere. 

“Ogni volta che ci vado gli altri bambini mi insultano e mi tirano via il velo. Mi dicono di scoprirmi la bocca, io ho paura, non voglio che mi vedano”. 

Una speranza però c’è: Barwako è stata selezionata, insieme alla sua famiglia, per essere trasferita in Italia nell’ambito del programma dei Corridoi umanitari sostenuto da governo italiano e gestito da Comunità di Sant’Egidio, Conferenza Episopale Italiana e le sue organizzazioni umanitarie, Caritas e Migrantes. Sono 2.500 le persone le mondo inserite nel programma. La storia di Barwako è raccontata da Unhcr.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.