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sabato 14 ottobre 2017

Sequestrato in Nigeria Don Maurizio Pallù, prete italiano da tre anni in missione

Vatican Insider
Un sacerdote italiano della diocesi di Roma è stato rapito in Nigeria. Don Maurizio Pallù, in missione da tre anni, l’altro ieri stava raggiungendo Benin City, nel sud del Paese, insieme ad altre quattro persone: i cinque sono stati bloccati da uomini armati che, dopo averli rapinati, hanno portato via solo il prete. 

Don Maurizio Pallù, 63 anni
Sulla vicenda è al lavoro l’Unità di crisi della Farnesina, mentre la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, coordinato dal pm Sergio Colaiocco, procedendo per il reato di sequestro per fini di terrorismo. 

Don Pallù, 63 anni, è un «presbitero itinerante» appartenente al movimento ecclesiastico del Cammino neocatecumenale.
Originario di Firenze, laureato in Storia, missionario laico per undici anni in vari Paesi, nel 1988 in seminario, al Redemptoris Mater di Roma. Cappellano in due parrocchie della Capitale, si è trasferito in Olanda, nella diocesi di Haarlem. Poi, l’Africa, ad Abuja.

In Nigeria è attivo il gruppo terrorista di Boko Haram, ma nella Chiesa locale si pensa che don Pallù sia vittima di una banda di delinquenti comuni che mirerebbero a un riscatto in denaro. L’ipotesi escluderebbe la matrice religiosa islamista, ed è avvalorata dai frequenti rapimenti con movente economico avvenuti negli ultimi mesi, che hanno riguardato anche alcuni sacerdoti.

Il vicario del Papa per Roma, l’arcivescovo Angelo De Donatis, è «in apprensione» per don Pallù, «e spera di riabbracciarlo presto», si apprende dal Vicariato. Mentre Greg Burke, direttore della Sala stampa della Santa Sede, riferisce su Twitter che Francesco «è stato informato e sta pregando per lui».

Parla anche l’Arcivescovo di Abuja (capitale della Nigeria), il cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan: «Per ora non abbiamo buone notizie ma abbiamo fiducia e continuiamo a sperare che a breve don Maurizio venga liberato. Le forze dell’ordine stanno facendo del tutto per rintracciarlo. Tra poco i rapitori dovranno rilasciarlo perché non è facile portare in giro un italiano nel bosco senza essere visti. Anche noi abbiamo mobilitato e impiegato tutte le forze possibili. 

Dobbiamo continuare a pregare perché prima o poi verrà rilasciato», dice in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Aggiunge Onaiyekan: «Ho parlato con l’arcivescovo di don Maurizio perché è qui con me insieme agli altri vescovi della Nigeria per celebrare la festa dell’anno mariano che si conclude oggi. Anche l’Arcivescovo è in attesa di buone notizie. Con don Maurizio non c’erano suore ma solo altri passeggeri».

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