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martedì 25 aprile 2017

Orfani tunisini nelle carceri libiche: la storia del piccolo Tamim Jaboudi

euronews.com
Tamim Jaboudi è tunisino, ha due anni ed è in carcere a Tripoli, in Libia. Il padre, combattente dell'Isis, potrebbe essere morto dopo un raid areo statunitense a Sabratha nel 2016.


Della madre non si hanno notizie, il nonno materno - sostenuto dall'associazione Ratta (Rescue Association for Tunisians Trapped Abroad) che si occupa delle famiglie dei foreign fighters - chiede che Tamim Jaboudi venga liberato: "La prima volta che ci siamo incontrati in prigione non si è voluto avvicinare a me, ha abbracciato lo sceicco che conosce molto bene. Tutti lo amano e soffrono per lui perché è un orfano".

Il piccolo si trova in una prigione di Mitiga, vicino Tripoli. Non si hanno notizie precise sul suo stato di salute. Non è l'unico orfano in Libia, sono 22 i bambini tunisini che si trovano nelle prigioni del Paese. 

Ad occuparsi di Tamim Jaboudi sono donne che hanno aderito allo Stato Islamico. "Lo Stato Islamico lavora su tre livelli: a breve, medio e lungo termine. Nel breve termine lavora per reclutare giovani che lasciano i propri Paesi per andare in Libia, Siria e Iraq. 

Il passo successivo è far partire l'intera famiglia", dice Mohammed Iqbel a capo dell'associazione Ratta (Rescue Association for Tunisians Trapped Abroad) che si occupa anche della reintegrazione dei combattenti dell'Isis che decidono di tornare. Secondo questa associazione il carcere non è la soluzione per questi bambini che devono tornare in Tunisia.

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