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martedì 21 marzo 2017

«Campi di intrattenimento» in Libia per fermare i migranti.

La Stampa
L’intesa siglata a Roma durante il summit Europa-Africa alla presenza del premier Sarraj. Da maggio pattugliamenti nel Mediterraneo con motovedette italiane e personale di Tripoli


Due appuntamenti - uno operativo, l’altro programmatico - emergono dal Gruppo di contatto Europa-Africa settentrionale, presieduto ieri a Roma dal ministro dell’Interno, Marco Minniti. Entro i primi giorni di maggio, le coste libiche cominceranno ad essere presidiate da 10 motovedette (che l’Italia consegnerà restaurate, dopo averle ritirate nel 2011), sulle quali lavoreranno 90 libici formati dalla nostra guardia costiera. E contemporaneamente si creeranno sul luogo dei «campi di intrattenimento», supervisionati dalle organizzazioni umanitarie e l’Uhncr.

Mentre entro la prima settimana di giugno, a Tunisi, si svolgerà il secondo appuntamento del Gruppo di contatto. A conferma che l’incontro di ieri è stato «molto fruttuoso», come lo definisce il titolare del Viminale. Il quale ribadisce, inoltre, «l’importanza della stabilità della Libia anche nell’affrontare l’emergenza dei flussi migratori». L’interlocutore principale resta il premier riconosciuto dall’Onu, Fayez Al Sarraj, intervenuto ieri al summit insieme al nostro presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Ma non si tralascia neppure il dialogo con il generale Khalifa Haftar, a Tobruk, nell’Est del Paese, che preoccupa per l’intesa con il presidente russo Vladimir Putin. Il viceministro degli Esteri Mario Giro ribadisce che «confrontarsi con Haftar è un modo per rafforzare il processo di ricostruzione dello Stato libico». Contatti con Haftar sono stati avviati dalla nostra ambasciata, mentre il ministro Minniti ha incontrato i sindaci delle regioni del Sud della Libia. 

Il traffico di esseri umani e la minaccia del terrorismo islamico sono gli aspetti prioritari che vanno «governati» in Libia, ponte desertico tra Europa e Africa. E l’Italia si pone come guida tra i Paesi europei e quelli del Nord Africa. «Nel momento in cui le autorità libiche faranno il servizio di ricerca e soccorso nelle loro acque - osserva il ministro Minniti - riporteranno i migranti in campi di accoglienza fatti insieme alle organizzazioni umanitarie e nel pieno rispetto dei diritti umani: questo è incancellabile».

Ma è chiaro che, nonostante gli intenti, non mancano le insidie. Il premier Gentiloni sottolinea che il fenomeno dei flussi migratori, «non si esaurirà d’incanto dall’oggi al domani. Chi promette miracoli rischia di confondere la nostra opinione pubblica». E «l’Ue deve insieme farsi carico dell’impegno sia dell’accoglienza di chi ha diritto sia del rimpatrio per chi non ha diritto». 

Quest’anno si registra un’impennata: siamo già sopra quota 20 mila, contro le 13 mila dello stesso periodo del 2016, anno record. Problema che ora l’Italia affronta insieme a e Paesi europei (Austria, Francia, Germania, Malta, Slovenia e Svizzera) e due africani (Libia e Tunisia, mentre l’Algeria si è sfilata all’ultimo momento).

Grazia Longo

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