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mercoledì 21 dicembre 2016

Afghanistan - Peggiora la condizione delle donne. Aumento di abusi e persecuzioni

Corriere della Sera
Con il crescere dei territori controllati dai talebani, in competizione con le nuove colonne di Isis, sono diminuite le opportunità per le donne, oltre a crescere situazioni di abusi e persecuzione. 



Non serve scomodare Marx e la frase celebre sulla posizione sociale delle donne quale cartina al tornasole del progresso. In Afghanistan è un concetto che s'impone da solo, ma in senso inverso: più le donne vengono perseguitate, abusate, costrette in casa, impedite di studiare e lavorare, e più le forze legate al fronte dal radicalismo islamico talebano tornano ad imporsi.

Ultimo di una lunga catena di omicidi e vessazioni è stato l'assassinio a sangue freddo sabato scorso di cinque giovani afghane, addette al controllo delle passeggere all'aeroporto di Kandahar. "Le hanno attaccate a raffiche di kalashnikov, per loro non c'è stato nulla da fare", spiega Abdul Al Shamsi, vice governatore di questa provincia confinante con il Pakistan dove i talebani dal tempo dell'invasione americana del 2001 non sono mai spariti del tutto.

Le donne viaggiavano nel minibus che le stava portando al lavoro, quando verso le sei e mezza di mattina sono state affiancate da due uomini in motocicletta che hanno aperto immediatamente il fuoco. Tra loro, la ventiduenne Bibi Assilah lavorava per pagarsi gli studi di medicina all'Università Malalai. Un sogno per lei, nato e cresciuto nell'Afghanistan post-2001, dove le donne potevano sperare davvero di emanciparsi. Ma ormai da tre o quattro anni la situazione per loro è in netto peggioramento.

Con il crescere dei territori controllati dai talebani, in competizione con le nuove colonne di Isis, sono diminuite anche le opportunità. Il ministero della Difesa a Kabul segnala che oggi sono soltanto 877 le donne nell'esercito e 2.866 le poliziotte. Qualche anno fa si pensava a numeri almeno dieci volte più grandi. Ma da allora il governo centrale perde autorità. Le donne hanno una qualche rilevanza nella sanità pubblica, dove sono il 13% dei dipendenti, e nelle scuole, 30%. Eppure anche qui il loro numero decresce.

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