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martedì 18 ottobre 2016

Etiopia - Stato d'emergenza: i divieti del governo. 500 morti in manifestazioni anti-governtive

Lettera 43
In Etiopia il governo ha dato una nuova stretta allo stato d'emergenza di sei mesi imposto una decina di giorni fa dopo la strage di fedeli e oppositori di etnia Oromi, avvenuta durante una cerimonia religiosa.
Negli ultimi mesi almeno 500 persone sono state uccise nelle regioni di Oromia e Amhara durante manifestazioni anti-governative. 

Ora la situazione per l'opposizione e per la popolazione diventa ancora più pesante, visto che le richieste di 'moderazione' fatte dalle Nazioni Unite e dall'Unione Europea al governo etiope sono chiaramente cadute nel vuoto.
Il 17 ottobre il governo ha reso note le misure pratiche stabilite dallo stato d'emergenza.

Ecco alcune delle restrizione imposte secondo la Bbc.
1. Social media banditi
Tutte le comunicazioni attraverso i social media sono state messe al bando e anche i messaggi con cellulari sono stati vietati.
I dimostranti hanno postato in questi giorni diversi messaggi e immagini delle proteste riprese da siti esteri controllati da dissidenti etiopi.
Il governo ha accusato Eritrea e Egitto di fomentare la rivolta.
2. Le reti di opposizione spente
I canali Esat e Omn, che trasmettono dall'estero, sono stati chiusi. Il governo li ha descritti come «appartenenti a organizzazioni terroristiche»
Le reti erano diventate una delle fonti principali per gli oppositori che volevano informarsi sulle proteste.
3. Bandite tutte le manifestazioni
Non si possono più organizzare dimostrazioni a scuola o all'università, e nessuno può partecipare a campagne politiche che “ possono causare disturbo, violenze, odio e sfiducia tra la popolazione”. Le università sono state tra i primi posti ad essere colpiti dalla repressione governativa.
4. Niente gesti politici
Non si possono più fare gesti di tipo politico, quali incrociare le braccia sopra la testa, o comunicare messaggi politici “senza permesso”.
Il gesto di incrociare le braccia è diventato il simbolo delle protesteo di Oromia, ed è stato fatto anche dal maratoneta Feyisa Lilesa mentre ha tagliato il traguardo in seconda posizione ai Giochi olimpici di Rio.
5. Coprifuoco negli edifici pubblici
Non si può entrare nelle fabbriche, nelle fattorie o in qualsiasi istituzione governativa tra le 6 del pomeriggio e le 6 del mattino. In caso di violazione del coprifuoco, “le autorità sono autorizzate a prendere le misure necessarie”.
Palazzi del governo, così come edifici di aziende private, sono stati deliberatamente attaccati da alcuni manifestanti.
6. Restrizioni per i diplomatici
A tutti i diplomatici è stato vietato di allontanarsi per più di 40 chilometri dalla capitale Addis Abeba senza permesso.
La reazione della comunità internazionale alle proteste è stata azzittita. Gli Usa si sono dichiarati “turbati” per ogni tipo di impedimento alla libertà di espressione, e hanno fatto appello a una risoluzione pacifica per risolvere i problemi del Paese.
L'Etiopia è uno stretto alleato di Washington nella lotta ai militanti islamisti nella vicina Somalia.
7. Divieto di trasporto di armi
Chi detiene un'arma non può portarla con sé fuori da un raggio di 25 chilometri da Addis Abeba, nemmeno se in possesso di un regolare permesso.

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