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domenica 25 settembre 2016

La sete di Aleppo - Cari Tg, avete cancellato l'olocausto di Aleppo dai vostri titoli

L'Unità


La guerra. Ad Aleppo un ragazzo beve l’acqua fuoriuscita dalle tubature distrutte dai bombardamenti. L’esercito siriano ha riconquistato zone a nord della città, ma i danni all’acquedotto assetano altre 250mila persone: adesso - rivela l’Unicef - sono due milioni i cittadini di Aleppo senza acqua ed elettricità


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Cari Tg, avete cancellato l'olocausto di Aleppo dai vostri titoli

E' la polvere che si può mettere sotto il tappeto, non l'umanità ferita a morte. 
Aleppo dolente e vestita a lutto, che prova a salvare i bambini da sotto le macerie, che seppellisce quelli che non ce l'hanno fatta, non può sparire del tutto o dalle prime pagine dei nostri Tg. 

Dopo i massicci bombardamenti di ieri, questa mattina due milioni di persone, mentre piangevano altre decine di morti, facevano i conti con l'acqua che manca e che chissà per quanto mancherà. 

Lo spettro della sete e delle malattie, dunque,dopo la pioggia di bombe al fosforo, con interi quartieri rasi al suolo, morti su morti, e i bambini come bambolotti disarticolati, che con la gola piena di polvere passano alla coperta pesante della terra.

Cari Tg che lo avete fatto, l'olocausto di Aleppo non può sparire dai vostri spazi, dai vostri titoli. Lo ripeto, è la polvere che si può mettere sotto il tappeto, non l'umanità ferita a morte.
Sono costretto a sottolinearlo: una palazzina che crolla a Roma, fortunatamente senza fare vittime, è cosa grave e va denunciato un modo approssimativo, tutto italiano, di (non) governare il nostro patrimonio edilizio, che spesso è da rottamare programmaticamente, senza affidarsi agli eventi. Ma l'evento di Roma non può, come pure è accaduto, al Tg2 delle 13, prendersi l'apertura mentre a Damasco si vivono le ore più lunghe. No, l'occhio della nostra informazione, dell'informazione televisiva del servizio pubblico, appare appesantito da provincialismo, da locassimo.

Quel che accade in Siria non è una cosa lontana, che non ci appartiene. Il nostro drammatico tempo gira attorno alla vita o alla morte di Damasco, lontano da ponte Milvio.

3 commenti:

  1. Una umanità ormai alla deriva, sospinta dal poco e orchestrato movimento che vogliono i potenti. Ecco quello che siamo !

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  2. Non possiamo dire di non sapere. Non siamo assolti perché abbiamo chiuso i nostri occhi. Stiamo ad aspettare, impotenti con i pugni chiusi verso i potenti. Lacrime per l'umanità.

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  3. non possiamo assistere a questo sterminio sociale ed essere fieri di aver postato la foto della sete dell'umanità.....basta con questa spettacolarizzazione di un fenomeno che nel 2000 non si dovrebbe neanche pensare ...Siamo dei poveri dentro .....

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