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giovedì 22 settembre 2016

In Pakistan pronto il patibolo per il disabile mentale Imdad Ali. Esecuzione sospesa il 20 settembre

Corriere della Sera - Blog
Ancora una settimana per salvare Imdad Ali, il pakistano affetto da schizofrenia paranoide e condannato a morte in Pakistan. Mentre si susseguono gli appelli per la grazia delle organizzazioni umanitarie internazionale le autorità hanno deciso di rinviare l’esecuzione che era prevista martedì 20 settembre.
Safia Bano mostra una foto del marito Imdad Ali (AP Photo/Asghar Ali)
Ali, 50 anni, è stato giudicato colpevole nel 2002 dell’assassinio di uno studioso di religione ed una richiesta di grazia è stata respinta dal presidente del Pakistan nel novembre 2015, così come lo è stata il 26 agosto scorso un’istanza per sospendere la sua esecuzione in base all’infermità mentale presentata all’Alta Corte di Lahore dalla Ong Justice Project Pakistan (JPP). Nei giorni scorsi le autorità della prigione in cui è detenuto Ali hanno scritto ai parenti chiedendo se volevano incontrarlo un’ultima volta. (nella foto Safia Bano mostra una foto del marito Imdad Ali AP Photo/Asghar Ali)

“Imdad Ali è malato di mente e ha sofferto per anni a causa delle mancate cure. Metterlo a morte non fare altro che rendere più palese la violazione dei trattati internazionali che impediscono l’esecuzione di persone con handicap mentali” ha detto Sarah Belal, la direttrice esecutiva del JPP.

Anche Human Rights Watch ha lanciato un appello per la sospensione dell’esecuzione.

Allorché la pena di morte è intrinsecamente crudele, mettere a morte un individuo con handicap mentali psicosociali o di altro genere viola anche gli obblighi legali internazionali del Pakistan” si legge in un comunicato dell’organizzazione umanitaria.

La Convenzione per i diritti delle persone con disabilità (Crpd), che è stata ratificata dal Pakistan nel 2011, garantisce “il diritto inalienabile alla dignità” dei malati mentali.

Nel 2014 il Pakistan ha annullato la moratoria sulle esecuzioni dopo il massacro di 136 bambini commesso dai talebani nella scuola dell’esercito di Peshawar. Da allora la pena di morte viene applicata su scala industriale. Da dicembre del 2014 ad oggi nel Paese sono state imp0iccate oltre 400 persone.

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