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sabato 23 luglio 2016

Turchia: quasi 11mila passaporti annullati, suicidi tra i militari accusati del golpe

La Repubblica
Agenti in borghese con i mitra in mano, per le vie della Istanbul europea. Sono i primi effetti dello stato d'emergenza in atto in Turchia, con i fermi che sí estendono a 8 giorni senza bisogno di convalida del giudice, dai 2 attuali. 


Ovunque, tutti guardano tutto. E l'atmosfera da stato di polizia è sublimata dalla riunione tra il Presidente, Recep Tayyip Erdogan, e il capo dell'intelligence, Hakan Fidan, per un confronto sul fallito golpe del 15 luglio.
La testa del Mit, i servizi segreti turchi, rischia di saltare. Fidan è un fedelissimo di Erdogan. Ma già lo scorso anno aveva chiesto di essere sollevato dall'incarico per entrare in politica, e una lavata di capo lo riportò a posto. Ora il Leader ha rivelato che nei primi convulsi minuti del golpe aveva cercato il boss dell'intelligence, senza però trovarlo: "Qualcosa non ha funzionato nei servizi", ha concluso. 

Spiega il vice premier Numan Kurtulmush che nell'attuale situazione "possono esserci tentativi isolati di assassinio o può esserci qualcuno pronto a farsi esplodere". E aggiunge, sui golpisti: "Volevano portare in Turchia un'occupazione straniera". Le autorità hanno così ritirato il passaporto a 10.856 cittadini sospettati di avere collegamenti con l'organizzazione di Fethullah Giilen, il predicatore islamico accusato da Erdogan di avergli tramato contro, il quale però smentisce il suo coinvolgimento.

La temporanea sospensione della convenzione sui diritti umani non alleggerisce la tensione. 

Sono svariate, adesso, le notizie di suicidi nell'esercito e nella polizia dopo il fallito golpe. Divorato dai sensi di colpa per non essere riuscito a fermare il tentativo di colpo di Stato, ieri mattina il colonnello Levent Onder, vice comandante del Terzo Comando Brigata, si è tolto la vita a Siirt sparandosi con una pistola. E un altro colonnello, Birkan Coroz, accusato di aver preso parte al golpe, ha minacciato di gettarsi nel vuoto da un ponte sul Bosforo.
A una settimana dall'intervento militare si sono uccisi il governatore di un distretto e tre poliziotti. Il processo ai golpisti sarà colossale. E proprio per motivi di spazio si svolgerà a Sincan, 40 chilometri da Ankara. Laggiù, nel 1997, i carri armati realizzarono il cosiddetto "golpe postmoderno", che portò alle dimissioni del premier islamista Necmettin Erbakan, mentore di Erdogan. Un luogo più che simbolico.

di Marco Ansaldo

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