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venerdì 8 aprile 2016

8 aprile, Giornata internazionale dei Rom, un popolo di bambini ancora sconosciuto e discriminato

www.santegidio.org
Appello per una “moratoria” in campagna elettorale: non li si utilizzi a fini politici


L'8 aprile si celebra la giornata internazionale dei Rom, il “Romanò Dives”. Quarantacinque anni dopo il primo storico congresso mondiale Rom tenutosi nel 1971 vicino Londra, che vide riuniti intellettuali e politici di origine Rom in rappresentanza di vari paesi europei, la Comunità di Sant’Egidio rivolge gli auguri a tutti i Rom (e alle popolazioni romanì che si identificano con questo nome) e coglie l’occasione per sottolineare alcune idee, preoccupazioni e prospettive sulla presenza di questo popolo – composto largamente da bambini e giovani – in Italia ed Europa.

Prima di esporle però sentiamo il dovere di lanciare un appello per una “moratoria” dell’argomento Rom a fini politici: registriamo con preoccupazione ad ogni tornata elettorale (e già largamente si registra anche in questa) l’utilizzo strumentale della “questione Rom” con toni spesso violenti e denigratori che fomentano gli istinti peggiori della cittadinanza mettendo a rischio l’equilibrio, spesso precario, della convivenza nelle nostre periferie e comunque stigmatizzano un intero popolo dietro a pregiudizi, luoghi comuni e responsabilità individuali. 

Alla vigilia di questa giornata internazionale dei Rom, chiediamo quindi ai politici e agli operatori della comunicazione uno sforzo di responsabilità: se si vuole parlare di Rom e Sinti lo si faccia cercando soluzioni ai loro problemi, ma senza “utilizzarli” in modo strumentale.

I problemi dei Rom sono altri e vanno affrontati in modo responsabile. Presenti nel nostro continente da oltre 8 secoli, rappresentano la minoranza più numerosa, ma anche purtroppo la più discriminata. In molti paesi esiste ancora discriminazione abitativa e persino classi speciali per i bambini. Costituiscono inoltre – insieme ad ebrei e migranti – il principale obiettivo della propaganda dei nuovi partiti e movimenti neonazisti e di estrema destra, con attacchi fisici a persone, case o quartieri in cui abitano.

Anche in Italia la storica presenza di Rom e Sinti non ha ancora trovato una via positiva di convivenza: da anni l’attenzione dei media e le politiche pubbliche concentrano la loro attenzioni sugli aspetti emergenziali (divenuti cronici con le note degenerazioni emerse anche dalle inchieste romane di “Mafia Capitale”) e di “conflitto sociale”, senza investire seriamente sull’integrazione e il superamento delle politiche segregatorie (soprattutto in ambito abitativo, con i “campi Rom” istituzionali), sulla condivisione della memoria (quasi nessuno in Italia conosce il Porrajmos, lo sterminio di Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale), sulla presa di coscienza della loro presenza nella nostra società (Rom e Sinti non sono inseriti tra le minoranze presenti in Italia).

Proprio per questo l’Unione Europea ha elaborato nel 2011 un “Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”, chiedendo ad ogni stato di elaborare strategie nazionali incentrate principalmente su quattro obiettivi: accesso all'istruzione, accesso all'occupazione, accesso all’assistenza sanitaria, accesso all'alloggio e ai servizi essenziali.

Anche l’Italia si è dotata di una propria strategia nazionale, ma a distanza di 4 anni dalla ratifica, la sua implementazione è ancora del tutto iniziale. 
La Comunità di Sant’Egidio – impegnata da anni accanto a Rom e Sinti in Italia e in Europa – chiede un’accelerazione di questa strategia concentrando l’attenzione soprattutto nei seguenti ambiti:
  • Scolarizzazione di qualità: Rom e Sinti sono un popolo di bambini e giovani (circa il 50% delle 140.000 presenze ha meno di 18 anni). Solo investendo seriamente sull’istruzione e la formazione si potrà avere una generazione pienamente integrata (cioè né esclusa, né assimilata).
  • Superamento della logica emergenziale: la presenza di Rom e Sinti non è episodica o occasionale ed è evidente che politiche perennemente emergenziali non favoriscono l’integrazione e sono spesso causa di spreco di fondi pubblici.
  • Superamento della segregazione abitativa istituzionalizzata: i “campi nomadi” (creati in anni passati rispondendo a parametri culturali largamente superati) costituiscono spesso il luogo di esclusione – anche fisica – dalla società. Bisogna attuare nuove politiche di inserimento abitativo che potrebbero rivelarsi più economiche e sicuramente più inclusive.
In occasione della giornata internazionale, venerdì 8 aprile, la Comunità di Sant’Egidio festeggerà con Rom e Sinti a Roma, in Via Anicia 7, dalle ore 17.

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