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lunedì 5 gennaio 2015

Indonesia. Arcivescovo di Jakarta Ignatius Suharyo: no alla pena di morte

Radio Vaticana
“Nessuno ha il diritto di togliere la vita”: così mons. Ignatius Suharyo, presidente della Conferenza episcopale dell’Indonesia, si è pronunciato in questi giorni contro la pena di morte. 

La dichiarazione del presule arriva dopo l’annuncio del Capo di Stato indonesiano, Joko Widodo, di riprendere le esecuzioni capitali per i colpevoli di narcotraffico. “Nell’insegnamento della Chiesa non è concepita la pena capitale”, ha ribadito mons. Suharyo, sottolineando poi che la condanna a morte “non può essere adottata come deterrente del crimine”, perché essa “non risolve i problemi” all’origine dei reati.

Esecuzioni riprese nel 2013
In Indonesia, il Codice penale prevede la pena di morte, tramite fucilazione, per i crimini di omicidio e traffico di droga. Tuttavia, dal 2008 al marzo 2013, le autorità nazionali hanno osservato una moratoria delle esecuzioni; successivamente, le sentenze capitali sono riprese e ne sono state eseguite cinque. Attualmente, sono 136 i detenuti nel braccio della morte delle prigioni indonesiane: 64 di loro sono colpevoli di narcotraffico, due di terrorismo, mentre gli altri sono stati condannati per crimini di sangue. (I.P.)

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