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sabato 10 gennaio 2015

Il commesso-eroe e il poliziotto ucciso in strada. La Francia celebra i suoi eroi, “veri musulmani”

La Stampa
Un giovane originario del Mali ha nascosto diverse persone nel frigo durante il sequestro al negozio ebraico. Ahmed Merabet è stato ammazzato invece dai killer di Charlie Hebdo
Lassana Bathily
Vivi, vivi e terrorizzati. La furia di Amedy Coulibaly, il terrorista killer che ha lasciato una scia di quattro morti in un marker ebraico di Parigi, li ha sorpresi mentre facevano gli ultimi acquisti in vista dello shabbat. «Abbiamo sentito un’esplosione», racconta Serge, 45 anni. Era davanti all’Hyper Cacher poco si trasformasse in una trappola. È riuscito a salvarsi correndo nel negozio vicino e infilandosi nel retrobottega. «Dentro c’era una ventina di persone: una donna incinta, un bambino - prosegue -. Ho sentito urlare. Non so quanto sia durato: venti minuti, due ore? Ho perso completamente la nozione del tempo. Poi è arrivata la polizia, ci ha fatti uscire da una porta di servizio».

Nel supermercato a fianco, intanto, i primi tre ostaggi muoiono sotto i colpi del kalashnikov di Coulibaly. Un quarto poco dopo. Mentre il killer cerca il telefono del market e minaccia di uccidere anche il resto degli ostaggi, qualcuno viene nascosto in un magazzino climatizzato dal commesso. L’eroe è un maliano di religione musulmana, Lassana Bathily: «Ho detto loro di calmarsi e di non fare rumore, perché se ci scopre ci uccide», ha raccontato il ragazzo a Bfm-tv. «Ho avuto l’idea di uscire dal montacarichi e scappare all’esterno, ma gli altri hanno avuto paura e non hanno voluto».

Alla vigilia della grande marcia a parigi contro il terrorismo, la Francia rende omaggio anche ad un altro musulmano eroe. È Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso dai fratelli Said e Chérif Kouachi davanti alla redazione di Charlie Hebdo. «Mio fratello era musulmano, si è fatto uccidere da dei falsi musulmani», ha detto oggi in conferenza stampa il fratello dell’agente ucciso. «Mi rivolgo a tutti i razzisti, islamofobi e antisemiti, non bisogna confondere gli estremisti e i musulmani». Poi l’ultimo appello, prima di scoppiare in lacrime: «L’Islam è una religione di pace, condivisione e amore».

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