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domenica 7 dicembre 2014

Iran: Soheil Arabi, condannato a morte per un post su Facebook. Una petizione per salvarlo

Blog Sicilia
Pubblicò su Facebook un post con insulti destinati a Maometto, il profeta dell’Islam. Per questo motivo è stato condannato a morte.
Soheil Arabi ha 30 anni ed è un blogger e fotografo iraniano. Nel novembre 2013, quando venne arrestato, gestiva numerose pagine sul social network. Sulle stesse aveva compiuto il reato di “sabb al-nabi” (insulto al profeta) e sempre su una delle pagine aveva ammesso di aver scritto offese “senza pensare e in precario stato psicologico”.

Secondo il codice penale islamico, se vengono comprovate circostanze quali rabbia, errore o citazione di parole altrui, la pena può essere commutata in 74 frustate. E invece la condanna di Soheil è stata confermata dal giudice.

Il trentenne iraniano sarà dunque ucciso per aver scritto. Il contenuto non è sicuramente apprezzabile, ma il gesto è quello, la scrittura di un post online sulla pagina di un social network.

La vicenda di Soheil sta scuotendo il mondo. Gli appelli per salvare la sua vita arrivano da tutto il mondo, anche e soprattutto dal web stesso.
Sabri Najafi, iraniana residente in Italia, ha pubblicato una petizione online sul sito Change.org per chiedere “alle autorità iraniane la sospensione della pena di morte a Soheil Arabi e il rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani secondo le quali la pena di morte può essere esercitata soltanto per i crimini più gravi, tra i quali senz’altro non rientrano i reati d’opinione”. Al momento, il suo appello ha ottenuto oltre 75mila firme.

La questione è ben più grande di una condanna a morte: social network senza libertà di parola, Facebook e pena di morte, sviluppo tecnologico e diritti umani mancati. In un Paese come quello in cui il blogger è stato prelevato da casa in piena notte, chiuso in un carcere noto come luogo di tortura e infine reputato non degno di continuare a vivere, la diffusione dei social network crea scenari spaventosi.

di Giovanni Corrao

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