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mercoledì 29 ottobre 2014

Tanzania, il dramma delle spose bambine: senza futuro e vittime di abusi

La Repubblica
Nello stato dell’africa occidentale la legge sul matrimonio fissa l’età minima per le ragazze a 15 anni o 14 con il consenso dei genitori. Una lacuna che mina la salute sia fisica che mentale delle giovani ragazze e le consegna a una vita fatta, nella maggior parte dei casi, di ignoranza e privazioni. A dare l’allarme è Human rights watch


Roma - I matrimoni precoci limitano gravemente l’accesso delle giovani spose all’istruzione esponendole a costanti abusi e violenze come lo stupro coniugale e la mutilazione genitale femminile. A dirlo il rapporto “Senza via d’uscita: spose bambine e violazioni dei diritti umani in Tanzania” di Human rights watch che ha intervistato 135 ragazze in dodici distretti dello stato, analizzando la legislazione e le sue lacune nella protezione dei bambini e delle vittime dei matrimoni precoci.

Infanzia negata. Nonostante il numero delle spose bambine sia diminuito negli ultimi anni, in Tanzania ancora quattro donne su dieci si è sposata prima dei 18 anni. Una tradizione centenaria difficile da modificare e non ostacolata dalla legge che non prevede ancora un limite d’età per il matrimonio. Il Marriage act del 1971 prevedeva un minimo di 18 anni per i ragazzi e 15 per le ragazze (14 con il benestare di un tribunale). Ma nella nuova proposta di Costituzione presentata nell’ottobre 2014 questa soglia è stata rimossa, lasciando un vuoto molto pericoloso. “Il progetto costituzionale non prevede, purtroppo, un’età minima - afferma Brenda Akia ricercatrice sui diritti delle donne di Hrw e autrice del rapporto- Il governo dovrebbe dar prova di leadership e fissare a 18 anni l'età minima nel Marriage Act fornendo una protezione più forte per i giovani sposi”.

Sei sposata? Non studi. Mancanza di sostegno e impossibilità di ottenere risarcimenti, sono solo alcune delle difficoltà incontrate dalle spose bambine. Politiche educative discriminatorie e vaghe incrementano i matrimoni precoci, minando l’istruzione delle giovani. Molte scuole della Tanzania, prima dell’iscrizione, obbligano le studentesse a sottoporsi a test di gravidanza. Il governo inoltre permette agli istituti di espellere o escludere gli studenti sposati o coloro che commettono reati "contro la morale" come appunto una gravidanza o il sesso prematrimoniale. A incoraggiare i matrimoni precoci ci sono anche gli esami che d’accesso alla scuola secondaria. Molte bambine, una volta bocciate, sono costrette dalle famiglie a sposarsi. Come Salia J., 19 anni, costretta dalla famiglia a sposarsi quando ne aveva 15 dopo non aver passato l’esame di maturità. “Mio padre – racconta - ha deciso di farmi sposare perché mi vedeva in casa senza far niente”.

Una via d’uscita. Mancanza di soldi, la volontà di fuggire da situazioni di pericolo o la necessità di coprire una gravidanza indesiderata, sono le maggiori cause che spingono le famiglie a dare in sposa le giovani figlie. Anita è stata costretta a sposarsi dal padre, quando aveva appena 15 anni. “Mio padre mi ha detto di non aver abbastanza soldi per mantenermi a scuola. Poi ho scoperto che aveva già ricevuto venti mucche per la mia dote”. Diversa la storia di Judith, che a 14 anni, per sfuggire alle avances del datore di lavoro per cui lavorava come collaboratrice domestica, ha accettato la proposta di un suo collega. “Ho visto il matrimonio – afferma - come la mia unica possibilità di fuggire ai maltrattamenti dal mio capo”.

Matrimonio e violenza. Sono poche le ragazze che riescono a sfuggire ai matrimoni in tenera età sopportando abusi e ritorsioni da parte delle famiglie. Nella maggior parte dei casi le giovani spose vengono abusate dai mariti che oltre alle violenze, anche sessuali, vietano alle mogli di prendere decisioni sulle loro vite. Molte delle intervistate hanno raccontato di esser state abbandonate con figli a carico senza alcuna fonte di sostentamento. In alcuni casi le vittime hanno subito violenze anche da parte dei suoceri e le ragazze di etnia Maasai e Gogo sono state costrette a subire, come preparazione al matrimonio, la mutilazione genitale.

Il governo dov’è? “Il matrimonio precoce – conclude Akia – ha una serie di impatti negativi sulla vita delle donne. Il governo della Tanzania dovrebbe prendere misure immediate e a lungo termine per porre fine a questa pratica e dare un sostegno sia economico che psicologico alle vittime di abusi e violenze”.

di Chiara Nardinocchi

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