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domenica 5 ottobre 2014

Bahrein nuovamente arrestato Nabeel Rajab leader dei diritti umani

Corriere della Sera - Blog
Appena rientrato da una serie di conferenze in Europa, Nabeel Rajab, presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein e direttore del Centro per i diritti umani del Golfo, è stato arrestato il 1° ottobre e, il giorno dopo, posto in stato di detenzione per una settimana in attesa del processo. Qui, l’appello di Amnesty International per la sua immediata scarcerazione.
La sera del 28 settembre, Rajab aveva commentato in un tweet la notizia che membri delle forze di sicurezza del Bahrein si erano aggregati allo Stato islamico, il gruppo estremista sunnita responsabile di efferati crimini in Siria e Iraq.

Questo è il testo per cui Rajab rischia fino a tre anni di carcere per “offesa al ministro dell’Interno”:

“Molti uomini del #Bahrein che si sono aggregati al #terrorismo e all’#Isis provengono dalle istituzioni di sicurezza. Queste istituzioni sono state la prima incubatrice ideologica”.

La ragione del suo arresto, come spiega la sua avvocata, risiede nell’articolo del codice penale del Bahrein che punisce “le offese alle autorità, alle istituzioni e alle agenzie del governo”, che Amnesty International ha chiesto ripetutamente di abrogare poiché costituisce una violazione del diritto alla libertà d’espressione.

Rajab era stato rilasciato nel maggio 2014, dopo aver scontato una condanna a due anni per “riunione illegale”, “disturbo all’ordine pubblico” e “convocazione e partecipazione a manifestazioni non autorizzate”. Appena libero, aveva ripreso a fare conferenze e rilasciare interviste per denunciare le violazioni dei diritti umani in Bahrein, generosamente coperte dal governo di Londra (nella foto di John Nielsen, è con Trine Christensen, vicesegretaria generale di Amnesty International Danimarca).

Altri attivisti sono nel mirino delle autorità del regno del Golfo persico. Tra questi, Maryam Al-Khawaja, recentemente rilasciata ma in attesa del processo per “aggressione a pubblici ufficiali”.

In carcere è invece Nader Abdulemam, autore di un tweet giudicato offensivo nei confronti di Khalid bin al-Waleed, un compagno del profeta Maometto e noto comandante islamico. È accusato di aver “offeso pubblicamente una figura religiosa di culto”.


di Riccardo Noury

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