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lunedì 29 settembre 2014

Meriam Ibrahim la donna salvata dalla pena di morte per apostasia difenderà di diritti delle donne in Sudan

ANSA
Meriam Ibrahim, la donna sudanese che grazie ad una campagna internazionale e all'intervento del governo italiano è stata salvata dall'impiccagione per apostasia, ha annunciato che intende battersi in favore di altre vittime di persecuzione religiosa nel suo paese.
"Ci sono altri che, in Sudan, sono in condizioni peggiori di quelle in cui ero io", ha detto Ibrahim parlando alla Bbc negli Usa, dove sta chiedendo asilo. La donna ha detto di sperare di poter tornare in Sudan, un giorno.

"Il giudice mi diceva che era necessario che mi convertissi all'islam", ha rievocato la Meriam, figlia di un musulmano, ma cresciuta come cristiana dalla madre e sposa di un uomo della stessa religione invisa alle autorità sudanesi: una situazione che aveva portato alla condanna per abbandono della religione islamica.

"Questi avvertimenti" del giudice "mi fecero capire che sarei stata condannata a morte", ha raccontato ancora Ibrahim come riferisce il sito della Bbc. "È triste - ha detto ancora - ma tutto ciò è avvenuto nell'ambito della legge: invece di proteggere la gente, la legge la danneggia".

La condanna della donna, divenuta madre di una bambina in carcere, aveva suscitato proteste a livello internazionali fino alla scarcerazione, avvenuta in giugno. La donna giunse in Italia con un aereo di stato dove fu accolta dal premier Matteo Renzi e del ministro degli esteri Federica Mogherini ed ebbe un incontro con il papa Francesco prima di partire per gli Stati Uniti. La Bbc segnala che sabato la donna ha ricevuto un premio di una fondazione cristiano-evangelica statunitense che ha voluto esaltare il suo coraggio e sottolineare come la sua condanna sia stato un attacco ai propri valori.

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