Pagine

giovedì 7 agosto 2014

USA: dossier prova uso tortura in interrogatori Cia, Obama sotto pressione dopo accuse censura

Tm News
Continua lo scontro tra l'amministrazione Obama e il Senato sul rapporto che proverebbe l'uso di tortura, dopo gli attentati dell'11 settembre, negli interrogatori di presunti terroristi da parte della Cia.
La leader della commissione intelligence del Senato, Dianne Feinstein, ha accusato la Casa Bianca e l'agenzia d'intelligence di averlo "censurato" e ha bloccato la diffusione del dossier, attesa lunedì scorso. La politica democratica ha promesso che la pubblicazione non avverrà fino a quando le verità oscurate non saranno state reinserite. Ma ha fatto di più: ha annunciato che scriverà una lettera al presidente con un elenco di punti dove, a suo giudizio, sarebbero stati eliminati "fatti chiave".

Il dossier di circa 700 pagine è un riassunto di quello di 6.800 completato nel dicembre 2012 sugli interrogatori condotti dalla Central Intelligence Agency. Questa parte è stata rivista dalla comunità dell'intelligence americana ed è stata approvata dalla Casa Bianca. Non è tutto. Le accuse di Feinstein potrebbero creare problemi allo stesso presidente che si è sempre vantato di aver messo fine nel 2009 alle pratiche di interrogatori approvate da Bush. Proprio la scorsa settimana aveva ammesso: "Sono state torturate persone".

Le omissioni che Feinstein vuole riportare nel documento potrebbero provare un maggiore coinvolgimento dell'amministrazione Obama o il tentativo del presidente di proteggere la Cia. Questo dopo un altro scandalo: l'agenzia di intelligence, come ha ammesso lo stesso direttore John Brennan ha spiato i computer dei senatori che stavano lavorando al rapporto.

Intanto, secondo fonti anonime citate da diversi media americani, il dipartimento di Stato Usa ha rafforzato la sicurezza in alcune ambasciate, temendo le proteste che potranno seguire la diffusione del rapporto. La tensione si ripercuote anche in Europa. Come riporta il Guardian, Londra avrebbe fatto pressioni su Washington perché dal rapporto scompaiano informazioni sul suo presunto ruolo nelle extraordinary rendition (consegne speciali, ovvero detenzioni illegali di sospetti in Paesi "amici" degli Usa).

Avrebbe permesso agli Usa di utilizzare a questo scopo l'isola di Diego Garcia, Territorio britannico d'oltremare nell'Oceano indiano. È stato l'ex segretario agli Esteri William Hague, ha scritto il Guardian, a confermare colloqui sul dossier. Intanto, diversi detenuti di Guantanamo hanno affermato di essere stati sull'isola e documenti ritrovati in Libia confermano che fosse intenzione degli Usa di inviarvi un oppositore del colonnello Muammar Gheddafi, Abdul-Hakim Belhaj.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.