Pagine

sabato 2 agosto 2014

Uganda, annullata perché “incostituzionale” la legge che prevedeva fino al carcere a vita per i gay

La Stampa
La Corte costituzionale di Kampala l’ha definita «nulla».
Quando è stata approvata in Parlamento, non c’era il quorum necessario
di deputati. La normativa prevedeva il carcere a vita per gli omosessuali

Annullata in Uganda la legge anti-gay, una delle più repressive al mondo, che aveva suscitato un’ondata di proteste e sanzioni contro il Paese africano da parte degli Usa. Per la Corte Costituzionale dell’Uganda, «l’adozione della legge anti-omosessuali nel dicembre 2013 senza il quorum alla Camera ha violato diversi articoli della Costituzione, non ha rispettato la procedura parlamentare e quindi è nulla».

Immediata la reazione di gioia sui social network da parte dei difensori dei diritti dei gay, alcuni dei quali erano presenti in tribunale. La legge vietava la promozione dell’omosessualità, rendeva obbligatoria la denuncia dei gay alla polizia e stabiliva pene fino all’ergastolo.

A febbraio un giornale ugandese aveva pubblicato in prima pagina una lista dei duecento «top gay» del Paese, con nomi e cognomi, dal titolo «Scoperti!». Tre anni prima, un altro tabloid, poi chiuso, aveva pubblicato una lista chiedendo l’esecuzione dei gay. Subito dopo la pubblicazione di quell’elenco, l’attivista gay David Kato venne ucciso.

Lo stesso presidente ugandese, Yoweri Museveni, che a febbraio firmò la legge, in un’intervista alla Cnn, disse: «I gay sono disgustosi. Che razza di persone sono? Non ho mai capito cosa facessero, me lo hanno detto da poco e quello che fanno è terribile. Disgustoso».

In risposta all’entrata in vigore della legge, il presidente Usa Obama varò delle misure contro l’Uganda, incluso il blocco dei visti per alcuni cittadini ugandesi. Il Paese, tra l’altro, è stato invitato, non senza polemiche, al summit Usa-Africa che si terrà la prossima settimana a Washington.

Nonostante l’annullamento, le unioni omosessuali in Uganda restano illegali e punibili per legge. Secondo il portavoce del governo, Ofwono Opundo, la legge «non è stata annullata. La Corte si è solo pronunciata sulla procedura», mentre Frank Mugisha, direttore delle `Minoranze sessuali” in Uganda, ha accolto favorevolmente la decisione, sostenendo che è «una piccola vittoria contro l’oppressione».

Anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, plaude alla sentenza, definendola «una vittoria per lo Stato di diritto». In una nota, Ban ha lanciato un appello ad intraprendere ulteriori sforzi per depenalizzare le relazioni omosessuali e porre fine alla discriminazione contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

«Ognuno ha il diritto di godere degli stessi diritti e di vivere una vita dignitosa senza discriminazioni - ha ribadito - così come è affermato nella Carta dell’Onu, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e nella Costituzione ugandese».

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.