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martedì 5 agosto 2014

Cina, chiese demolite e croci distrutte

Avvenire
Non solo in medio Oriente. Anche in altri Paesi va avanti, magari in modo più soft e strisciante, la persecuzione dei cristiani.
In Cina, monsignor Vincenzo Zhu Weifang, vescovo di Wenzhou, ha denunciato il governo dello Zhejiang per le demolizioni forzate delle chiese e la distruzione delle croci dalle chiese protestanti e cattoliche della provincia.

Il vescovo, riferisce AsiaNews, ha diffuso una lettera pastorale con la data del 30 luglio dicendo ai suoi fedeli "di non temere ma di avere fede". E il 31 luglio, anche i suoi sacerdoti hanno chiesto alle autorità di fermare la campagna che va avanti ormai da mesi. Fedeli cristiani, sia protestanti che cattolici, sono stati feriti nel tentativo di fermare la polizia mentre distruggeva chiese e croci.

Monsignor Zhu, 87 anni, nella sua lettera confessa che la campagna di distruzione lo ha sorpreso e spiega che all'inizio non è intervenuto perchè pensava che questa campagna sarebbe finita presto.

Chiede perdono, dunque, ai fedeli per il ritardo del suo intervento. La politica delle demolizioni, sottolinea, è "sbagliata e ingiusta" perchè anche "edifici dentro la norma" sono stati distrutti. Il vescovo nota che la campagna "prende di mira le croci sui tetti delle chiese" come "un segno della fede cristiana".

Ciò accresce la tensione fra la Chiesa e il governo e causa violenze, distruggendo l'armonia religione-Stato e aumenta l'instabilità sociale. Secondo il vescovo la campagna si sta intensificando. Monsignor Zhu domanda ai fedeli di pregare per il destino della diocesi, offrendo un Rosario al giorno e una Via Crucis ogni venerdì. "Preghiamo - è la sua esortazione - perchè coloro che ci perseguitano possano cambiare".

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