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domenica 29 giugno 2014

Eritrea - Violazioni diritti umani, ONU apre inchiesta

MISNA
Il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha dato il via libera all’apertura di un’inchiesta sulle “massicce violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità in Eritrea”. L’organismo, con sede a Ginevra, ha approvato una risoluzione presentata da Francia e Somalia, ma con il dissenso di Cina, Pakistan, Venezuela e Russia.

Le prime conclusioni degli investigatori dovranno essere presentate durante la 28a sessione del Consiglio, che si svolgerà tra febbraio e marzo 2015.

La crisi dei diritti umani in Eritrea è stata dimenticata troppo a lungo e siamo di fronte a violazioni senza precedenti” ha dichiarato il rappresentante somalo al Consiglio, Yusuf Mohamed Ismail Bari-Bari.

La risoluzione approvata condanna “violazioni generalizzate e sistematiche dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, tra cui esecuzioni extragiudiziari, sparizioni forzate, torture, detenzione arbitraria, ma anche “gravi restrizioni” ai danni di capi religiosi, giornalisti e difensori dei diritti umani. Il testo sollecita inoltre “la fine del regime del servizio militare a durata indeterminata”, in particolare per i ragazzi, e denuncia il ricorso alla forza ai confini per impedire agli eritrei di lasciare il paese.

Per il rappresentante eritreo Teestamicael Gehrahtu si tratta di un testo “inaccettabile”, assicurando che “armonia, progresso, pace e stabilità regnano nel paese”. L’esponente di Asmara ha accusato la vicina Etiopia di adoperarsi per “mantenere la pressione internazionale e le sanzioni Onu sull’Eritrea”.

In base all’ultimo rapporto stilato da esperti Onu, ogni mese circa 4000 eritrei, su una popolazione totale di cinque milioni, fuggono dal paese del Corno d’Africa per evitare repressione brutale e lavoro forzato.
[VV]

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