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lunedì 28 aprile 2014

R.D. Congo espulsioni, Brazzaville accusata di “barbarie”

MISNA
Alimenta “forte preoccupazione” e “sdegno” l’ondata di “espulsioni di massa, operate in condizioni disumane” ai danni di centinaia di cittadini congolesi nella confinante Repubblica del Congo. 

A denunciare l’operazione ‘Mbata ya Mokolo’ (“Lo schiaffo dei maggiori”, in lingala) avviata da Brazzaville lo scorso 3 aprile è, tra le altre, l’organizzazione di difesa dei diritti umani Voix des sans voix (Vsv) dopo una nuova ondata di espulsioni nel fine-settimana.

“Nonostante i negoziati aperti tra Kinshasa e Brazzaville l’operazione continua, accompagnata da stupri, trattamenti crudeli e disumani che hanno causato vittime e feriti, ma anche estorsioni e offese morali” si legge nell’appello di ‘Vsv’ intitolato “stop alle espulsioni di massa barbare e selvagge”. L’operazione ‘Mbata ya Mokolo’ è stata lanciata ufficialmente per “lottare contro gli stranieri che vivono in condizioni irregolari a Brazzaville e seminano l’insicurezza in alcuni quartieri”.

Tuttavia l’ong con sede a Kinshasa riferisce dell’espulsione di alcuni cittadini congolesi che erano in possesso di regolare titolo di soggiorno. ‘Vsv’ teme che l’attuazione dell’operazione di sicurezza “senza alcun rispetto dei diritti umani e della dignità umana” possa “compromettere le relazioni di buon vicinato, di fratellanza e di consanguineità tra i popoli delle due capitali più vicine al mondo”. L’ong chiede ai due governi di impegnarsi sul piano politico e umanitario per “fare cessare immediatamente le espulsioni” e “assicurare adeguata assistenza alle vittime”.

Più duro è il tono della denuncia dell’associazione nota come ‘Nuova società civile’, il cui presidente Jonas Tshiombela ha criticato “la passività incomprensibile del governo di Kinshasa”, chiedendo alle autorità di “attuare a loro volta l’espulsione di tutti i congolesi irregolari” che vivono in Repubblica democratica del Congo. Temendo rappresaglie, un gruppo di 500 studenti congolesi è stato rimpatriato a Brazzaville lo scorso fine settimana.

In base ad un bilancio ufficiale, nelle ultime tre settimana circa 1300 cittadini congolesi sono stati espulsi da Brazzaville, causando una nuova crisi umanitaria a Kinshasa. Il governo ha allestito un sito di accoglienza nello stadio Cardinal Malula della capitale. All’emittente locale dell’Onu Radio Okapi, il ministero provinciale dell’Interno a Kinshasa ha riferito della difficoltà a identificare le persone espulse, di cui la maggior parte dice di aver perso la propria carta d’identità nelle operazioni di rimpatrio forzato, attuate tramite i battelli della Società congolese di trasporti e porti (Sctp). Brazzaville e Kinshasa, capitali ‘gemelle’ distanti soltanto 4 chilometri, sono separate dal fiume Congo. Secondo il ministero provinciale dell’Interno sarebbero 30.000 i congolesi espulsi che sono transitati nello stadio Cardinal Malula.

[VV]

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