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domenica 27 aprile 2014

Organizzazione per i diritti umani: 200 morti nel Sinai dal golpe egiziano

InfoPal
Il Cairo-Quds Press. L’”Osservatorio egiziano dei diritti e delle libertà” ha dichiarato che, a partire dal colpo di Stato del 3 luglio 2013, guidato dal feldmaresciallo ed ex ministro della Difesa ‘Abd al-Fattah al-Sisi, le forze di sicurezza e l’esercito egiziano hanno ucciso almeno 200 persone, ne hanno arrestate altre 1500, hanno demolito 350 case in varie province e villaggi nel nord del Sinai, nel quadro che definisce l’attuale potere dei militare come “guerra al terrorismo”.
Nel rapporto pubblicato sui crimini contro l’umanità commessi ai danni di cittadini egiziani nel nord del Sinai, sotto l’ombrello della guerra al terrorismo, con il titolo “appena diventano reati, solo numeri e dati”, il Centro ha dichiarato che le operazioni dell’esercito egiziano nel Sinai costituiscono violazioni sistematiche che, esorbitando dall’ambito della legalità, delineano un quadro di crimini contro l’umanità.

Il rapporto enumera tali crimini, affermando che comprendono l’omicidio “al di fuori del quadro previsto dalla legge, così come la tortura e l’arresto arbitrario di centinaia di egiziani”.

Il Centro ha quindi sottolineato come l’espressione “guerra al terrorismo” non sia uno strumento che garantisce all’esercito egiziano il diritto di fare quello che vuole senza una base giuridica.

I dati forniti dal portavoce militare, continua il Centro, “sono diventati uno strumento per legittimare violazioni, per lanciare accuse di apostasia, di terrorismo e di pericolosità, senza chiarire il quadro legislativo adottato alla base di queste disposizioni”.

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