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lunedì 17 marzo 2014

Siria. L'arcivescovo Nassar: segnali di speranza nella nostra Quaresima di guerra

Radio Vaticana
Una nuova Quaresima vissuta sotto la guerra “vorrà dire violenza e dolore”, ma “negli abissi della sofferenza” si intravvedono anche “segni miracolosi di luce e speranza”. 

Li descrive l'arcivescovo maronita di Damasco, Samir Nassar, in una lettera pervenuta all'agenzia Fides. “Nuovi flussi di profughi” riferisce mons. Nassar “vengono alle nostre parrocchie e le richieste di aiuto superano le nostre disponibilità. Tutta la nostra azione pastorale e sociale è concentrata sul soccorso alle famiglie colpite”. 

Il numero di rifugiati e sfollati – ricorda l'arcivescovo maronita – ha raggiunto la cifra impressionante di 12 milioni di individui, di cui 3 milioni espatriati nei Paesi confinanti (Libano, Giordania, Iraq, Turchia). Milioni di studenti hanno sospeso ogni attività scolastica. Mentre l'embargo “colpisce tutti, ma soprattutto i bambini, i poveri, gli ospedali e il settore medico sanitario”.

I vescovi e i sacerdoti – confida mons. Nassar – a volte non sanno come confortare i cristiani che “condividono le stesse sofferenze dei propri concittadini” e rappresentano ormai “un “piccolo gregge colto dalla paura”. 

Eppure, in questa situazione umanamente insostenibile – riconosce l'arcivescovo maronita - ci sono segnali di fede e di speranza luminosi: “il soccorso vicendevole e la solidarietà si manifestano con spontaneità tra le famiglie povere che aprono le loro porte ai rifugiati; ci sono nuove iniziative di dialogo e riconciliazione tra i nemici; c'è un rifiorire della fede che rafforza le nostre comunità.

 Il Vangelo è il nostro punto di riferimento e la nostra ispirazione. I fedeli vengono a Messa, anche sotto la minaccia delle bombe, e dedicano molto tempo alla preghiera e all'adorazione eucaristica”. Tutti – conclude mons. Nassar - ricevono conforto “dallo sguardo di Maria, Nostra Signora della Pace”.

Sul terreno, intanto, nei giorni in cui il conflitto entra nel quarto anno, le forze del regime hanno intensificato le operazioni conquistando la città di Yabroud, una delle principali roccaforti dei ribelli nella provincia nord di Damasco, vicino al confine con il Libano. Lo ha annunciato la tv di Stato citando fonti militari e lo hanno confermato anche gli attivisti anti-regime che parlano della caduta della città nelle mani delle forze lealiste e degli Hezbollah libanesi. 

L’esercito di Damasco sostiene di avere il pieno controllo del centro abitato e che, al momento, si sta “ispezionando quartiere per quartiere alla ricerca di ordigni esplosivi lasciati dai terroristi”. (R.P.)

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