Pagine

giovedì 5 dicembre 2013

Le violazioni dei diritti umani in Mali. L’agenda di Amnesty International

Amnesty International
Indagare in modo approfondito e indipendente sulle violazioni dei diritti umani commesse negli ultimi due anni e portare i responsabili di fronte alla giustizia. È il punto numero 1 dell’agenda per i diritti umani in Mali presentata il 30 novembre nella capitale Bamako dal segretario generale di Amnesty International,Salil Shetty.


Dopo le elezioni presidenziali di luglio e quelle parlamentari della settimana scorsa, il paese africano ha urgente bisogno di ripristinare lo stato di diritto e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, in particolare in quelle giudiziarie. L’insicurezza rimane un grande problema, come testimonia il sequestro e l’uccisione di due giornalisti di Radio France Internationale il 2 novembre.

Il Mali, come abbiamo raccontato più volte in questo blog, ha recentemente conosciuto la peggiore crisi dei diritti umani dei suoi 50 anni d’indipendenza. All’insurrezione dei tuareg, iniziata alla fine del 2011 ha fatto seguito nell’aprile 2012 un colpo di stato del generale Sanogo mentre nel nord assumevano il potere gruppi armati islamisti. L’intervento militare francese ha riportato il territorio sotto il controllo del governo centrale.

Le forze di sicurezza del Mali hanno ucciso sommariamente almeno 40 civili accusati di essere legati ai gruppi armati islamisti. Questi ultimi, nel nord del paese, hanno lapidato una coppia per aver avuto rapporti sessuali extramatrimoniali e hanno amputato la mano destra e il piede sinistro a sei presunti ladri.

Le indagini sollecitate da Amnesty International dovrebbero chiarire anche la sorte di 32 uomini arrestati dalle forze di sicurezza maliane nel 2012 e da allora “scomparsi”: tra questi, diversi soldati fedeli al deposto presidente Amadou Toumani e alcuni civili sospettati di simpatizzare per i gruppi armati islamisti.
C’è poi il capitolo della violenza sessuale. Amnesty International ha documentato stupri commessi nei confronti di donne e ragazze ad opera dei gruppi armati islamisti ma anche del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad, il gruppo indipendentista tuareg.

Infine, al di là degli aspetti giudiziari, le istituzioni maliane dovranno prendersi cura di una popolazione collettivamente traumatizzata dalla guerra e in particolare dei gruppi più vulnerabili: oltre alle donne, i bambini soldato, arruolati a decine per portare armi, cucinare, presidiare i posti di blocco e mandati anche sulla linea del fronte.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.