Pagine

domenica 29 settembre 2013

Sudan: 600 arresti dall'inizio delle proteste contro misure di austerità del governo

Nova
Sarebbero almeno 600 le persone arrestate in Sudan dallo scorso lunedì, giorno in cui sono iniziate le proteste in tutto il paese contro le nuove misure di austerità del governo. 

Lo ha riferito l'agenzia d'informazione "Anadolu", secondo la quale la maggior parte delle persone arrestate proverrebbero dalla capitale sudanese Khartoum. Il ministro dell'Interno sudanese Ibrahim Mahmoud Hamid ha detto che i detenuti sono stati accusati di "saccheggio e vandalismo" e che i processi inizieranno la prossima settimana.

"Non ci sarà indulgenza nei confronti di chi cerca di scuotere la stabilità del paese", ha aggiunto Hamid. Secondo testimoni, ieri gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine avrebbero provocato sette morti: due persone sarebbero rimaste uccise nel quartiere Berri, nella parte orientale di Khartoum e altre due a Wad Madani, dove, sempre secondo testimoni, la polizia avrebbe utilizzato proiettili veri per disperdere la folla.

Le autorità non hanno ancora rilasciato nessuna dichiarazione per quanto riguarda tali incidenti. Inoltre il governo sudanese ha ordinato la chiusura di cinque quotidiani per impedire la diffusione di notizie riguardanti le proteste dei giorni scorsi contro il rincaro del prezzo della benzina. Da tre giorni non vengono stampati infatti i quotidiani "al Sudani", "al Ayam", "al Jarida", "al Qarar" e "Alwan".

Le redazioni delle prime tre testate sono state chiuse dalle forze di sicurezza sudanesi mentre le ultime due hanno bloccato le pubblicazioni per l'impossibilità dei loro dipendenti di recarsi sul luogo di lavoro e dei giornalisti di seguire le manifestazioni anti - governative. In particolare alcuni giornalisti hanno spiegato al quotidiano "Asharq al Awsat" di considerare più dignitoso non lavorare "piuttosto che dover pubblicare solo le veline del governo".

Intanto il sindacato della stampa sudanese pensa di avviare uno sciopero generale contro la censura mentre l'opposizione ha chiesto le dimissioni del presidente Omar al Bashir "per evitare che il paese cada nel caos". Ieri il segretario generale della Camera di distribuzione della benzina in Sudan, al Aqab Suleiman, ha reso noto che 69 stazioni di benzina sono state distrutte dalle proteste dei manifestanti in Sudan e in particolare nella provincia di Khartoum, così come sono 105 gli autobus danneggiati oltre a numerosi negozi e abitazioni.

"Nonostante questo al momento non si registrano problemi nella distribuzione del carburante nel paese - ha affermato Suleiman al quotidiano locale "al Nilin" - anche se questo clima condiziona il lavoro delle pompe che sono ancora attive e che temono di essere attaccate". Le compagnie petrolifere locali registrano danni per centinaia di migliaia di euro e molte delle stazioni attaccate non erano assicurate contro gli atti vandalici.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.