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giovedì 4 luglio 2013

"Non un mio crimine, ma una mia condanna” diritti dei bambini con genitori in carcere - La petizione al Parlamento europeo

La petizione di Eurochips e Bambinisenzasbarre diventa
un’interrogazione al Parlamento europeo
L'eurodeputata Patrizia Toia fa proprie le istanze del milione di bambini
figli di genitori detenuti.

Sta per terminare in questi giorni la IVa Campagna di sensibilizzazione europea “Non un mio crimine, ma una mia condanna” voluta da Eurochips, la rete europea delle associazioni che si occupano di figli di genitori detenuti, a cui Bambinisenzasbarre aderisce.
Come nelle scorse edizioni anche quest'anno la rete europea ha dato vita ad una petizione volta a richiamare gli Stati membri dell'Unione europea affinché sia riconosciuto il diritto del milione di bambini, che ogni giorno entrano in carcere in Europea di dare continuità al rapporto affettivo con il proprio genitore detenuto, anche con la realizzazione di ambienti per i colloqui adatti ai bambini e alla promulgazione di disposizioni che facilitino le relazioni affettive adeguate.
L'eurodeputata Patrizia Toia, vicepresidente del Gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, ha fatto proprie le istanze di questa petizione e ha posto un'interrogazione alla Commissione europea in cui si richiede l'applicazione da parte di ogni Stato membro della Risoluzione 2007/2116 (INI) approvata a marzo 2008. In particolare, la Risoluzione ribadisce l'importanza di dare, da parte degli Stati membri, maggiore attenzione e informazione su questo gruppo di bambini che spesso sono “bambini invisibili”, un significativo miglioramento delle condizioni di visita dei bambini in carcere, un aumento delle ore di incontro con il loro
genitore ed un incremento della consapevolezza e della formazione degli operatori enitenziari.

“Inammissibile che l’Europa stia ferma di fronte a una negazione così palese dei diritti dell’infanzia, diritti che sono scritti anche nella Carta dei diritti fondamentali - ha sostenuto l'eurodeputata Patrizia Toia - Ho raccolto l’appello della petizione “Not my crime, still my  sentence – help us help children of prisoners” presentando un’interrogazione alla ommissione Europea. Credo che la Commissione debba far fronte a quanto il Parlamento ha chiesto nella Risoluzione del 13 marzo 2008 e adottare una decisione quadro sulle norme minime di protezione dei diritti dei detenuti, ai fini di una maggiore armonizzazione delle condizioni di
detenzione in Europa, in particolare per quanto attiene al rispetto delle esigenze specifiche dei bambini figli di detenuti.”

"Auspichiamo che questo sia un primo importante segnale che la politica e, successivamente, i governi italiani ed europei abbiano una maggiore sensibilità verso questa questione e che siano in grado di applicare le disposizioni approvate dal Parlamento europeo, mettendo in atto tutte quelle pratiche positive che permettano a questi bambini di subire il minor danno possibile da questa difficile situazione e, al contempo, possano garantire loro il diritto all’infanzia” ha affermato Lia Sacerdote, presidente di Bambinisenzasbarre.

Firma la petizione: http://www.bambinisenzasbarre.org/

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