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domenica 3 marzo 2013

Italia - Emergenza immigrati - Ministero dell’Interno dispone il prolungamento dell’accoglienza per gran parte dei 13.000 profughi

Avvenire

È stata inviata ieri sera a tutti i prefetti la circolare del ministero dell’Interno che dispone il prolungamento dell’accoglienza per gran parte dei 13mila profughi, fuggiti dai moti delle cosiddette "primavere arabe", ancora presenti in Italia. Il provvedimento, emanato a seguito della chiusura della cosiddetta «emergenza Nord Africa», autorizza il prosieguo dell’accoglienza e dei relativi permessi di permanenza per 7.400 migranti in attesa della decisione «delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale», per quelli «in attesa dell’esito del ricorso», nonché per le centinaia di persone (finora 520, ma il conteggio è in corso) classificate come «vulnerabili»: genitori single con prole, donne in gravidanza, anziani, disabili (o anche persone in stato di «disabilità temporanea») e vittime di soprusi e torture. Sono altresì inclusi anche coloro che si trovano «in attesa di ricevere il permesso di soggiorno e/o il titolo di viaggio».

Ovviamente, l’accoglienza varrà pure per i minori non accompagnati richiedenti asilo, in attesa di un documento congiunto col ministero delle politiche sociali. La proroga parte da oggi e nelle due pagine del documento, firmate dal prefetto Angela Pria, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, si specifica come «per quanto concerne le risorse a copertura dei costi, a partire dal 2 marzo 2013, le stesse potranno essere accreditate non appena sarà completata la rilevazione», già sollecitata a febbraio dal ministero, e «necessaria per la programmazione finanziaria».

L’intenzione di «non abbandonare i profughi nordafricani» era stata annunciata ieri dal ministro Anna Maria Cancellieri, in un’intervista esclusiva ad Avvenire: nella quale aveva spiegato: «Il tempo degli arrivi massicci da Libia e Tunisia è passato e l’Italia deve poter uscire dall’emergenza. Ma stiamo lavorando affinché i migranti di quei Paesi ancora in Italia non restino da un giorno all’altro privi di sostegno». Parole che hanno rassicurato l’Associazione nazionale dei Comuni italiani e tutti gli enti, Caritas in testa, in prima linea nell’accoglienza degli oltre 60mila migranti fuggiti dal Nord Africa fra il 2011 e il 2012. E il ministro, nel giro di poche ore, ha dato veste formale al proprio impegno.

Dopo la chiusura della fase di emergenza, prorogata più volte e infine decretata per il 31 dicembre 2012, erano stati concessi 60 giorni di gestione ordinaria per definire la situazione dei 13mila profughi ancora presenti in Italia, proponendo loro un contributo pro capite di 500 euro, come viatico per l’uscita dai centri. Secondo i dati del Viminale, sintetizzati ieri dal ministro e relativi finora alla metà delle prefetture (50 su 103), «su 8.178 presenti, 5.736 hanno chiesto di uscire. Un altro 24% non ha ancora manifestato la propria volontà». Per chi lo vorrà, ha aggiunto la Cancellieri, «sarà a disposizione il rimpatrio volontario assistito. Quanti decideranno di raggiungere altre nazioni europee, dove magari hanno parenti, dovranno essere consapevoli del fatto che le norme Schengen, scaduti i 90 giorni previsti dal regolamento di Dublino, prevedono la loro riconsegna nel Paese d’ingresso in Ue, in questo caso l’Italia».

Vincenzo R. Spagnolo

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