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mercoledì 6 marzo 2013

Amnesty International - Appello - India: quattro uomini a rischio esecuzione

Amnesty International 
Mobilitazione contro la pena di morte,
 Dehli, India, 2007© Amnesty International
UA:041/13 Index: ASA 20/007/2013

Quattro uomini sono a imminente rischio di esecuzione dopo che il presidente indiano ha respinto la richiesta di grazia. Gli uomini sono stati condannati a morte nel 2004 per il loro coinvolgimento in un attentato che uccise 22 persone. Gli uomini, Meesekar Madaiah, 66 anni, Gnanprakasham, 56 anni, Simon, 46 anni e Bilavendran, 62 anni, sono rinchiusi nella prigione di Hindalga, Belgaum, nello stato di Karnataka. I loro cognomi non sono noti.
L'attentato avvenne nel 1993, quando un'esplosione di mine anti-uomo provocò la morte di 22 persone e il ferimento di altre a Palar, nello stato del Karnakata.

L'esplosione fece saltare in aria alcuni veicoli che trasportavano poliziotti e loro informatori. La polizia stava andando ad arrestare un contrabbandiere di legno di sandalo e i suoi complici.
I quattro uomini furono inizialmente condannati all'ergastolo da una corte speciale istituita dalla legge anti terrorismo (Tada Act) che giudicò i reati previsti nell'ambito della stessa legge, nel codice penale indiano e da altre fonti legislative. Nel 2004, la Corte suprema indiana, alla conclusione del processo di appello, ha convertito la condanna all'ergastolo in sentenza capitale. Il presidente ha ora respinto la richiesta di grazia. I procedimenti giudiziari svolti sotto il Tada Act, annullato nel 1995, non hanno mai rispettato gli standard internazionali sul giusto processo.
Da quando è stato eletto nel 2012, il presidente indiano Pranab Mukherjee ha respinto almeno tre altre richieste di grazia, provocando la messa a morte di due uomini. Le esecuzioni sono avvenute in segreto e l'opinione pubblica è stata informata solo in seguito.

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